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È un autentico viaggio nel tempo, quello che ci propone Gino Ragnetti nel suo nuovo libro “Fantasmi. Città, paesi e borghi scomparsi in provincia della Spezia”. Tra carte antiche, foto e rilievi, possiamo avventurarci cercando un po’ all’Indiana Jones, annusando tracce e scorgendo tra il verde ruderi di un antico passato, o visitando paesi abbandonati ancora integri ma vuoti e silenziosi.
Itinerari che possiamo fare seguendo le cartine di cui è corredato il testo, oppure soltanto immaginare, chiudendo gli occhi e facendoci guidare dal racconto dell’autore, a metà tra storia e leggenda.
Barbazzano, Albareto, San Vito, Cacinagora, Cignano, Zoaro… «Sono nomi di fantasmi, silenziose testimonianze di vite lontane perdute per strada nell’inseguirsi dei secoli. Questo è il racconto di tante storie, storie di comunità che vivevano sulle riviere, o sulle montagne o nelle valli di quella che è l’odierna provincia della Spezia e che oggi non ci sono più, forse qualche rudere coperto dal bosco, o forse niente» spiega Ragnetti nella premessa.
Un testo corposo e ricco di notizie, per chi vuol conoscere a fondo la nostra provincia, che spazia dai ritrovamenti della preistoria, ai siti romani, ai castelli, torri, borghi, chiese e ospitali medievali e poi via via a seguire nei secoli, per arrivare fino a noi con la memoria del paese di San Vito, demolito ad opera del Regno d’Italia, o ai ritrovamenti delle necropoli di Limone Melara negli anni del dopoguerra. Un volume che si legge come un romanzo, spaziandotra le curiosità e le leggende legate al territorio, spesso sanguinarie come quella del monaco assassino delle Cento Croci o quella della malvagia castellana di Marola.
«Anche se non mancano ricerche su territori che non appartengono alla nostra provincia, ma che ad essa sono legati per storia e per collocazione geografica (si vedano le trattazione dell’hospitale di Petra Colice nel comune di Castiglione Chiavarese o quella della necropoli degli antichi liguri a Genicciola nel comune di Podenzana), con questo lavoro – sottolinea il professor Sergio Cozzani nell’introduzione – Ragnetti dimostra ancora una volta, l’amore per il nostro golfo, la città e l’intero territorio provinciale.»
Un racconto che comincia però con una novità assoluta: i resti di un misterioso “villaggio” – battezzato Costa Sarron – alle pendici del Monte Santa Croce, a due passi dalla città, scoperto e fotografato dall’autore, e del tutto inedito...
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