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Una partita entrata nel mito, quella vinta dallo Spezia Vigili del Fuoco contro il Grande Torino di Mazzola, che è anche la storia della conquista di un titolo, “lo scudetto eterno”, di cui Armando Napoletano ripercorre le tappe nel suo nuovo libro: “Lo scudetto dello Spezia. Storia della vittoria dei Vigili del Fuoco del 1944 e del presidente che diede vita al sogno”, pubblicato dalla nostra casa editrice.
Il libro ripercorre la storia di una squadra eccezionale che sfidò bombardamenti e distruzioni andando in trasferta su un’autobotte riadattata per l’occasione, ai cui lati erano state inchiodate delle assi su cui viaggiavano seduti, all’aperto, i giocatori con qualsiasi condizione atmosferica.
Frutto di una lunga ricerca dell’autore, il libro è ricco di testimonianze dirette degli ormai scomparsi campioni del ’44, raccolte negli anni e - come scrive Gianfelice Facchetti nell’introduzione al libro - «Non c’è occasione migliore di questa per raccontare all’Italia quante pagine nascoste e piene di vita si nascondano in una maglia bianca».
Le parole dei protagonisti ci accompagnano nell’Italia del ’44, tra bombardamenti improvvisi e crolli di edifici, quando a Spezia si tirava avanti vendendo in Emilia il sale ricavato dalla bollitura dell’acqua di mare e per il fuoco si usavano le travi del tetto dei palazzi colpiti.
Si comincia con Ottavio Barbieri, l’inventore del “mezzo sistema”, per passare a Coriolano Perioli, il presidente che capì per primo come comporre la squadra arruolando i calciatori nei Vigili del Fuoco.
E ci sono loro, i campioni, da Tommaseo a Rostagno, dai Persia a Costa, dai fratelli Incerti a tutti gli altri. C’è Sauro Tomà, spezzino che andrà a giocare nel Grande Torino, salvandosi per un caso dalla tragedia di Superga.
L’autore affianca le interviste ai calciatori e agli altri protagonisti, alla cronaca delle partite decisive tratte dai giornali sportivi dell’epoca e, per la prima volta dal 1944, pubblica in questo libro le spettacolari foto di gioco delle partite contro il Venezia e contro il Torino.
È un’emozione autentica questa che ci fa rivivere, con i tuffi di Bani in parata o gli affondi di Angelini, è una storia che resta scolpita nei nostri cuori quella dei Vigili che, sporchi e affaticati da quei viaggi interminabili trascorsi all’acqua e al vento, tengono in scacco una delle squadre di calcio più blasonata e forte di sempre. Quel leggendario Grande Torino più volte Campione d’Italia che il 16 luglio 1944 perderà con lo Spezia di Barbieri non solo la partita ma il titolo.
Il libro si conclude con il capitolo dedicato alla storia di come si è arrivati ad ottenere lo “scudetto eterno” tra udienze, verbali e documenti “scomparsi”. Un’altra impresa questa, durata anni. Una vittoria stampata per sempre sulle maglie dello Spezia...