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Nell’ottobre del 1306, Giovanni di Parente di Stupio, uno dei notai meglio inseriti nella società sarzanese, stese nel suo cartulario il contratto di pace, rogato nella forma di quei procedimenti infragiudiziali che sono chiamati “paci private”, fra il vescovo conte lunense, Antonio da Camilla, ed i marchesi Malaspina del ramo dello Spino secco, nonché le azioni di remissione delle condanne e scomuniche vescovili precedentemente emanate. L’Alighieri ebbe dalla parte marchionale una procura speciale per la stipulazione delle condizioni pacificatorie, con le quali si doveva metter fine ad una serie di contese durate decenni, divenute pressoché strutturali, fra i due poteri antagonisti nel controllo politico e commerciale dei territori ed elementi nodali della Lunigiana, quali la viabilità, che erano alimentati spesso da città che, come Lucca, dominavano di fatto buona parte della Val di Magra ed a cui si rapportavano la società civile e gli stessi marchesi. Le precedenti esperienze di ambascerie del Poeta vennero così a saldarsi con l’elaborazione, sviluppata proprio in quegli anni, del suo pensiero sulla pace, di cui l’arenga dell’instrumentum pacis è una probabile testimonianza.
Nel 1905 sette bifogli, chiamati da qual momento tabulae, vennero estratti dal cartulario notarile ed incorniciati, per esser resi più visibili quali testimonianza della partecipazione dell’Alighieri. Il protocollo mutilato andò disperso durante la seconda guerra mondiale, con tutti gli altri pezzi archivistici conservati nell’Archivio notarile distrettuale di Sarzana. Le tabulae, trasportate altrove, si salvarono.
L’analisi diplomatistica degli atti superstiti, collocati nell’evoluzione della forma documentale, l’inquadramento storico, la relazione sul restauro conservativo sono completati da saggi sulla figura di Ottobuono Fieschi, papa Adriano V che, direttamente o tramite i legami familiari, influenzò la politica lunigianese dell’epoca e della cui ipotizzata “conversione”, cui si fa cenno nella Commedia, si offre un’interessante lettura.
La fortuna dell’Alighieri oggi è testimoniata da quattro importanti saggi che ne delineano la contemporaneità, il problema della trasposizione della Commedia in lingua francese, la recezione in culture profondamente diverse, come quella americana e giapponese. Il Giornale storico della Lunigiana e del territorio Lucense è una pubblicazione a carattere scientifico, volta alla promozione e pubblicazione di atti di convegno, scavi archeologici, ricerche di carattere storico, archivistico, archeologico e artistico, che riguardano il territorio, oggi diviso fra più regioni, ma pur sempre corrispondente alla Lunigiana storica, discendente dall’antica diocesi di Luni.
La rivista trae le sue radici dalle componenti culturali più rappresentative dell’Ottocento e dei primi del Novecento spezzino, lunigianese e ligure, nel momento dell’inurbamento della popolazione, specie nella città della Spezia, della conseguente crescita demografica e socio-economica e della volontà di raggiungimento di una consapevolezza storico-culturale, che si esprimeva nella ricerca e riflessione sul proprio passato dopo il raggiungimento dell’unità nazionale.
Fu fondata alla Spezia nel 1909 per raccogliere la tradizione di precedenti riviste cessate, la prima delle quali stampata a Genova dal 1874, sotto l’egida della Società Ligure di Storia Patria, per cui possiamo in realtà considerare una sequenza editoriale, sia pure con qualche soluzione di continuità, di 136 anni. È rinata come terza serie nel 1950 quale organo della Sezione Lunense dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri.
I contributi offerti, presentati prima in convegni e giornate di studio, come è tradizione delle Deputazioni di Storia Patria, sono inerenti alla ricerca, anche a fini di tutela, nel campo dei beni culturali. Le collaborazioni con le Soprintendenze, con le Università, gli Archivi e le Associazioni culturali, nonché gli Enti locali, sono il nucleo di attività della Sezione e dell’Istituto cui essa afferisce, uno spazio è poi sempre dedicato all’opera di giovani studiosi.
La pubblicazione è diffusa nelle principali biblioteche pubbliche o di dipartimento italiane ed in diverse straniere.
Indice:• Presentazioni di Marzio Favini, Sindaco del Comune di Castelnuovo Magra; Giorgio Baudone, Paola Moro, Comune di Castelnuovo Magra; L. J. B., "Ricordare Dante"
• La pace di Castelnuovo Magra. La documentazione archivistica fra storia e restauro
• Giuseppe Benelli (Università di Genova), L’identità lunigianese nelle celebrazioni dantesche del 1906 e del 2006
• Antonino Faro (Archivio di Stato della Spezia), L’importanza dei documenti notarili custoditi negli Archivi di Stato. L’occasione per un viaggio nell’evoluzione storica del documento notarile
• Eliana M. Vecchi (Istituto Internazionale di Studi Liguri, Sezione Lunense), «Ad pacem et veram et perpetuam concordiam devenerunt»: il cartulario del notaio Giovanni di Parente di Stupio e l’instrumentum pacis del 1306
- Appendice: Le vicende del cartulario di Giovanni di Parente di Stupio e l’Archivio Notarile Distrettuale di Sarzana
• Marco Sassetti (Università di Genova), Metodologia per il restauro conservativo. L’esempio della “Pace di Dante”
• Tradizione e fortuna universale di Dante Alighieri
• Egidio Banti (già Senato della Repubblica Italiana), Introduzione alla seconda sessione
• Jean-Charles Vegliante (CIRCE - Université Sorbonne Nouvelle, Paris III ), Qualche eco della Commedia in francese sette secoli dopo
• H. Wayne Storey (University of Indiana), Dante si è fermato a Genova
• Federico Sanguineti (Università di Salerno), Dante nostro contemporaneo
• Kuniko Tanaka (Università di Bergamo), Dante nella cultura giapponese
• «... Scias quod ego fui successor Petri ... ». Intorno ad Adriano v ed al canto xix del Purgatorio
• Giuseppe Indizio (Società Dantesca Italiana), Adriano v in Dante e nel secolare commento. Leggenda e storia nel canto xix del Purgatorio
• Daniele Calcagno (Istituto di Studi sui Conti di Lavagna), In merito alla “conversione” di Ottobuono Fieschi – Adriano v
• Marina Cavana (Istituto di Studi sui Conti di Lavagna), Ottobuono Fieschi – Adriano v: la raffigurazione e l’immagine
• Malaspiniana
• Loris Jacopo Bononi (Museo della Stampa “Jacopo da Fivizzano”), Giovanni Manzini di Fivizzano e l’Inferno di Dante. La più antica testimonianza scritta di una consapevolezza dantesca in Lunigiana?
• Alessandro Soddu (Università di Sassari-Istituto Internazionale di Studi Liguri, Sezione Lunense), I Malaspina fra Lunigiana, Lucca e Sardegna
• Recensioni
Con fotografie e documenti.
Anno
2011
Pagine
360
Formato
17 x 24 cm
ISBN
9788863820218
Collana
Giornale storico della Lunigiana
Lingua
Italiano