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L’appuntamento annuale delle Edizioni Giacché con il calendario di Spezia "della città di un tempo" per il 2024 nella consueta veste d'antàn con grandi foto d'epoca incorniciate da fili giallo-oro, propone in copertina il primo Teatro Civico, in una splendida foto del 1871. Anche le pagine interne di approfondimento trattano la storia del teatro in stile neoclassico, opera dell’architetto Ippolito Cremona, del 1846.
Per la «solenne apertura del Nuovo Teatro» si tenne dal 14 al 30 agosto un fitto programma di divertimenti; dall’immancabile Ballo, all’illuminazione «a piccoli globi del boschetto annesso al pubblico giardino», dalle luminarie in città e ai giardini, alle «cucagne di mare e di terra». Poi regate, voli del pallone aerostatico, gioco dell’oca, musica nel boschetto e corsa nei sacchi, «con le attrazioni che la città può offrire ai Signori Forestieri», i rinomati stabilimenti balneari e «le amenità di un Golfo, nel cui seno natura si compiacque di spandere e depositare i più dilettevoli incanti».
E sempre ai bagni, in particolare al “trenino”, è dedicato ottobre, con le sue fermate a Porta Rocca, al Canaletto, a Fossamastra dove «dopo gli stabilimenti in stile Belle Époque dell’Iride e del Nettuno – ricorda Guido Sassi - sfilava il pittoresco paesaggio dove si alternavano piccoli cantieri, vivai di mitili, spiaggette libere…».
Si parla ancora di mare e costa a novembre con “Il «tutto» e il «niente» tra Cadimare e Marola”, a firma di Gino Ragnetti che, a commento di una bella foto inedita dei borghi della costa ovest visti dal mare, racconta quello che c’era e oggi non c’è più, dai ruderi della torre seicentesca, alla punta di San Gerolamo, fino al miracolo della “polla” di Cadimare, un fenomeno naturale che faceva accorrere qui gli scienziati di mezzo mondo.
Nelle immagini dei mesi si va poi da un viale Mazzini di fine Ottocento, quando non c’erano le palme, al palazzo del Governo appena terminato, di cui Diego Savani ci svela in anteprima notizie sugli arredi interni e le maestranze che li hanno costruiti, anticipando alcune notizie dal suo libro in uscita nei prossimi mesi.
Nella bella immagine inedita di gennaio, siamo a passeggio nell’ex Viale Margherita di primo Novecento, con un tram. Poco più avanti, all’incrocio con l’ex Viale Savoia c’è la torretta della Caserma di Fanteria e, in primo piano, il Palazzo Maggiani appena costruito, è l’edificio Art Nouveau più rappresentativo della città, con la ricchezza dei suoi elementi scultorei (Valeria Scandellari).
Altra immagine storica della vecchia Spezia è “la mescita della mes-ciüa ai quattro canti”, retaggio di un’usanza diffusa già nel Medioevo quando si vendeva cibo di strada ai passanti e le vie cittadine brulicavano di commerci. Nella foto un “punto di ristoro” a base di mes-ciüa, con la venditrice del piatto spezzino per antonomasia, immortalata dal fotografo assieme a un distinto cliente col piatto in mano e ad un vivace gruppo di bambinetti e operai sorridenti.
Un’altra bella foto di primo Novecento ci porta a maggio in una via Chiodo fiorente di attività, con insegne dipinte a mano, lampade in stile, e belle vetrine rivestite con raffinate boiserie che caratterizzano l’arredo dell’elegante città del tempo.
Bellissima l’immagine di dicembre di una Migliarina di primo Novecento, ormai scomparsa, con i bimbi che giocano in strada, in cui vediamo ancora un lampione a gas e la chiesa antica, sacrificata nel 1933 per far spazio all’incrocio tra Via Sarzana e Viale Italia.
A giugno una nutrita schiera di scolaretti impara ad attraversare la strada in piazza Chiodo, sotto la guida di maestri e vigili urbani e a marzo un’immagine molto nitida ritrae l’incrocio Viale Garibaldi / Corso Cavour agli inizi del traffico veicolare: in primo piano un vigile “smista” l’incredibile traffico tra un autobus e un’automobile! Nel viale e nei controviali lindi e liberi da “ingombri”, pavimentati con la rinomata pietra arenaria di Biassa, si ammira il “tunnel” formato dalle chiome dei platani già grandi e di notevoli dimensioni, opportunamente potate dal nutrito staff di giardinieri comunali che operava all’epoca in città, questa come la foto di febbraio ci rimandano a epoche in cui ben pochi mezzi circolavano e una pompa di benzina Agip del 1936 fa bella mostra di sé in Corso Cavour nel dopoguerra.
Anno
2023
Pagine
28
Formato
aperto 30 x 60 cm
ISBN
9788863821413
Lingua
Italiano