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Un poeta che parla d'amore, oggi, e indaga con passione, dopo un'attenta rilettura di poeti e filosofi del passato, l'affascinante mondo dell'eros.
Sue sono le emozioni di questo libro, come la fiamma che gli accende gli occhi se contempla la rosa dell'Est.
Suo è il pensiero dalla stringente logica un po' greca, un po' illuminista, teso a superare insieme i pregiudizi ed i limiti della nostra mentalità.
E profondamente gli appartengono, per l'inconfondibile timbro, i versi, le parole ridotte all'essenziale, prive d'ogni retorica e ricche di fervore, vigorose e limpide, perché “I poeti scrivono dall'Inferno / delle atrocità dei diritti soffocati, / dei sentimenti imprigionati cercan-do di / traghettare l'anima cosciente /... / dove al centro del tutto c'è l'essere”.
(...) Per Stefano la vita è la poesia, e la poesia consente di vedere “ciò che altri non vedono, / interpretare i segni / e parlarne con chiarezza” (Epilogo, vv.3-5). Privilegio o con-danna che sia, la poesia è altro, è voce che può cambiare le cose ma a una condizione: che l’uomo faccia voto ad Afrodite, “la forza che non conosce confine” (v.23), perché sol-tanto dall’amore “gli eventi saranno / mutati” (vv.21-22).
Nobile è il messaggio de l’imperfetto-amore, nobile nel richiamare gli uomini, distratti da tante cose proprie del consu-mismo, al vero rapporto col corpo e con l’anima; rapporto che finalmente rende libero l’uomo dall’alienazione, dalle ferite d’una società che piaga la coscienza e la volontà. Ma in Stefano c’è un amore subli-mato per la penna, lo strumento della creatività: “Quando t’afferro fra le dita / tu divieni parte del mio corpo; / il mio sangue,/ non so per quale prodigio, / si mescola all’inchiostro; / ed ogni sillaba, parola, / ogni verso è stilla del mio sangue, / lacrime dei miei occhi” (vv. 1-8). Il prodigio invece è chiaro, comprensibile, sta tutto nel nostro poeta che opera il miracolo di ingentilire, d’abbellire ogni cosa che vede e tocca. Allora, che cos’è la penna? “Non è che un soggetto/ che dà vita a personaggi, / a sogni, a speranze mai sopite,/ attenua delusioni,/ le rende palpito di vita. / Mi fa sentire l’amore / come un brivido dell’anima / che non ha mai fine” (vv.10-17).
Da oggi in poi anche la mia penna scriverà meglio.
(Gianfranco Pezzica)
Anno
2007
Pagine
84
Formato
12 x 22 cm
ISBN
9788886999854
Collana
Poesia
Lingua
Italiano