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Questa preziosa raccolta di liriche è un omaggio a Livio Gianolla, una delle voci dialettali più pure ed autentiche della nostra terra.
Un canto sommesso e ricco di umori come una sorgente d’acqua limpida che sgorga dalla terra d’Arcola, sentimento felice e struggente d’un tempo ormai volto al tramonto.
« [...} Nella parlata dialettale dei vecchi arcolani e nelle tradizioni del paese, trova posto un’importante verità che pochi sanno scorgere ed apprezzare, una verità semplice e quotidiana, che non si può imparare sui libri di storia, ma solo pei carobi der Portèlo (G3:6,11) e di cui il poeta sente di essere uno degli ultimi custodi e sacerdoti.
La necessità di salvare il dialetto arcolano e di difenderlo dai «puristi» del italiacan (G2:37,33) è impellente. [...]
Tutti gli arcolani sono protagonisti dei componimenti di Livio Gianolla, a patto che siano arcolan de quei vèci, de quei bon, / engravioà coi s˙asi der Castèlo (G1:18,5-6). La democrazia poetica di cui parla Gianfranco Contini a proposito della poesia di Giovanni Pascoli arriva, in Gianolla, ad investire gli umili, oltre alle cose umili: Tonozzi, Governo, Carmagnani sono personaggi originali nella loro semplicità e nel loro anonimato; anonimi per la storia nazionale, anonimi per il mondo della cultura, ma non già per i veri arcolani. Essi incarnano il sapore della vita e delle tradizioni arcolane di un tempo e la loro scomparsa rappresenta l’ineluttabile perdita di un’intera dimensione esistenziale. Emblematica l’apostrofe che il poeta rivolge a Carmagnani:
Te s˙ien s˙paì ’ncò te, come ’r pu bon
dia còs´a andà, d’en mondo ch’i n’ gh’è pu
donde gi-ha ’rs˙is˙to fin ch’igi-ha podù,
u s˙edo digi-antiga tradiz˙ion
(G3:23,21-4).
[...]»
(Roberto Carli)
Con fotografie d'epoca.
Anno
2010
Pagine
60
Formato
12 x 22 cm
ISBN
9788886999977
Collana
Poesia
Lingua
Italiano