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E Annalisa ricorda. Ricorda le ore passate con nonno Michele e i suoi racconti di quando, all’età di 20 anni, partì come nocchiero sulla nave appoggio della celebre spedizione Nobile al Polo Nord.
Ricorda anche episodi inediti che riaffiorano sfogliando le pagine dell’album di quelle foto che sono diventate oggi un documento eccezionale della storica impresa.
Come il racconto di giovani marinai che raggiungono scalzi la cima dell’hangar «arrampicati come scoiattoli» in alto sulle traverse, per liberare il dirigibile Italia dal ghiaccio o che, sprofondando nella neve fino al ginocchio, trainano a spalle le pesantissime bombole di idrogeno per far sollevare il dirigibile.
Un appassionante diario, scritto in forma di dialogo, in cui tutto è documentato, la partenza, la navigazione, l’arrivo al Polo, ma anche le fasi drammatiche del naufragio del dirigibile e quelle emozionanti della ricerca e del recupero dei superstiti, fino al rientro a casa.
L’album delle foto scattate nel 1928 al Polo Nord da Michele Coviello conta 120 immagini, che vengono quasi tutte pubblicate qui per la prima volta.
«... 25 maggio 1928. (...)
Pochi minuti prima delle dieci e mezza, il dirigibile aveva chiesto un nuovo rilevamento. Ormai eravamo tutti davvero preoccupati, perché il vento aveva iniziato a soffiare con una violenza davvero inaudita per quella stagione, che avrebbe dovuto essere di primavera, anche alla Baia del Re e se lo sentivamo noi, sul ponte della nave, figuriamoci quale doveva essere la situazione per l’Italia.
Ogni tanto alzavo gli occhi al cielo, aspettandomi di vedere apparire, da un momento all’altro, l’inconfondibile sagoma del dirigibile da qualche parte. È stato solo quando siamo scesi tutti a pranzo che abbiamo saputo la verità: dalle dieci e mezzo, l’Italia non rispondeva più. I più ottimisti pensavano a un banale guasto alla radio, ma, con il passare delle ore, la certezza che fosse successa una tragedia si è diffusa per tutta la nave.
Ci immaginavamo che l’Italia se ne stesse lì, distesa sui ghiacci come una balena spiaggiata. Già, ma dove? Questo era il problema dei problemi: i nostri superiori non sapevano che pesci pigliare, perché l’ultima volta che il dirigibile ci aveva trasmesso le sue coordinate, era stato poco tempo dopo aver raggiunto il Polo e, da allora, ne aveva fatta di strada, sospinto decisamente fuori rotta da quel vento terribile…
Non potevamo sapere che i superstiti erano finiti in pieno pack, e nemmeno che venivano spinti alla deriva di qua e di là, secondo il giro delle correnti.
Soprattutto, non ci potevamo immaginare, nemmeno nei nostri sogni migliori, che la radio di Biagi fosse miracolosamente sopravvissuta all’impatto e che da quasi subito lui avesse iniziato a trasmettere il suo disperato messaggio di SOS... »
Con fotografie d'epoca
Anno
2008
Pagine
144
Formato
16,5 x 23 cm
ISBN
9788886999984
Collana
Novecento
Lingua
Italiano