Per salvare questo articolo nella wishlist, Registrati.
Se sei già registrato fai login qui sotto.
«... il segreto di questa poesia deve continuare ad essere l’incanto (kelethmòs) che essa produceva tanti secoli fa negli ascoltatori durante le feste in cui i rapsòdi leggevano pubblicamente Omero, esattamente come accade quando Demòdoco, nella reggia di Alcìnoo, canta alla presenza del popolo riunito e perciò di Odìsseo, che ne rimane stregato, al punto da scoppiare a piangere...»
«... Nella spesso ineludibile scelta tra brutta fedele e bella infedele, antinomia crociana che ha segnato a mio avviso praticamente tutti i traduttori italiani di Omero, da Vincenzo Monti a Rosa Calzecchi Onesti, da Aurelio Privitera a Giovanni Cerri, Giovanni Sciamarelli tenta e riesce nella via ritenuta impossibile della bella fedele. Conosco le insidie della traduzione poetica (...) e so che ci sono versi in cui si riesce a ricreare quasi magicamente quel mondo, a fare parlare i maestri dell’epica antica nella lingua di Dante senza perdere quella “calma grandezza” e “nobile semplicità” di cui parlava, a volte a torto, Winckelmann. Ma tali versi perfetti in Sciamarelli sono la maggioranza, oserei dire, per certi canti, la totalità. Se se ne vuole qualche esempio, si veda la sua traduzione dei canti XXII dell’Iliade (la morte di Ettore), del V (Calipso) e del VI (Nausicaa) dell’Odissea e ancora lo splendido e celebre notturno di Iliade VIII, 555/565 (la battaglia interrotta).
Anche nell’ordo verborum Sciamarelli è maestro, perché riesce a mantenere quello dell’originale senza essere pesante, ma conferendo ai versi quella atmosfera di attesa della clausula che è una caratteristica del poeta greco. Stesso discorso per le figure retoriche e di suono che costellano l’opera di Omero: tra di esse la dotta maestria di Sciamarelli si muove sicura, donando alla traduzione, anche attraverso ardite trasposizioni fonetiche, il respiro profondo e il senso dello stupore che prendono chi sa leggere e intendere Omero in greco.
Dobbiamo quindi essere grati a Giovanni per questa sua fatica, che merita la più ampia diffusione, attraverso pubblici readings, ma anche attraverso letture meditate nella solitudine di uno studio, di una biblioteca, di un angulus nel quale rinfrancare lo spirito dalla angosciante banalità dei nostri tempi, tempi superficiali e semplificatori, da cui il genio di un Omero o di un Virgilio si ritrarrebbe disgustato.»
Roberto Centi
Anno
2013
Pagine
400
Formato
15 x 21 cm
ISBN
9788863820447
Lingua
Italiano